I link della settimana (fino al 19.12.21)

Buona lettura!

Letture selezionate per gli utenti Quovai dal web sul tema del turismo, digitale e sostenibilità.

Governo Italiano Presidenza del Consiglio dei Ministri
Proroga dello stato di emergenza

Il decreto stabilisce l’estensione, sino al 31 marzo 2022, della norma secondo cui il Green Pass rafforzato debba essere utilizzato anche in zona bianca per lo svolgimento delle attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla.

Il Sole 24 Ore (video)
Turismo, Garavaglia: “Tante restrizioni e tanti chiari di luna anche per questa variante Omicron”

Il Sole 24 Ore
Cia: vento di ripresa per gli agriturismi e ottimismo per il 2022
L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica italiana, il settore ha saputo reagire allo shock di mercato imposto dalla pandemia, limitando le perdite meglio di altri comparti turistici

Google
Principali trend e anticipazioni sul marketing digitale per il 2022
Diversità, equità e inclusione
Privacy
Misurazione: attenzione alle lacune nei dati
Valore ed autenticità del tuo brand
Lo storytelling è fondamentale per creare contenuti che invoglino le persone a fare acquisti online
Sostenibilità (Google Maps and its eco-friendly routes)

Google ancora! (in inglese)
Year in Search 2021: Redefining Normal
I trend delle ricerche effettuate su Google durante 2021.
Sono aumentate le ricerche per staycation (evidenziato in blu sotto nell’infografica)!

YoY (Year Over Year)

Airbnb (in inglese)
Airbnb proposes new harmonised EU rules

Skift (in inglese)
Amazon Wants Travellers to Pay With a Hand Wave
La tecnologia biometrica basata sul palmo della mano.

Sustainable Development Solutions Network (in inglese)
Il nuovo rapporto “Europe Sustainable Development Report 2021” è stato pubblicato ed analizza i progressi dell’UE e i suoi paesi partner verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGSS). La Finlandia è in testa e l’Italia si trova alla 23esima posizione sui 34 paesi analizzati.

Sostenibilità

Lo sapevate che:

In media gli esseri umani emettono 6,6 tonnellate (6.600 kg) di anidride carbonica equivalente (CO2) pro capite e all’anno.

CO2 equivalente è l’unità di misura espressa in chilogrammi utilizzata per misurare il “potenziale di surriscaldamento globale” della terra. 

Per fare un esempio: Un pieno di carburante di un’auto di circa 50 litri comporta l’emissione di 120 kg di CO2.

Consultazione pubblica – iniziativa sugli affitti di breve durata (UE)

Consultazione pubblica
Periodo per l’invio dei commenti
16.09.21 – 14.10.21  (mezzanotte (ora di Bruxelles))

Sommario

L’iniziativa mira a sviluppare una crescita responsabile, equa e affidabile degli affitti di breve durata, nel quadro di un ecosistema turistico equilibrato. Mira inoltre a garantire condizioni di parità per tutti i prestatori di servizi di alloggio e a rispondere alle numerose richieste delle parti interessate per un’azione a livello dell’UE in questo settore. Ciò comporterà l’offerta di soluzioni equilibrate per le città, le piattaforme e i prestatori – privati e professionisti – di servizi di locazione a breve termine, apportando nel contempo benefici in particolare alle piccole e medie imprese.

La Commissione vorrebbe conoscere il tuo parere

I commenti saranno prese in considerazione per sviluppare e perfezionare ulteriormente l’iniziativa. Per fare dei commenti:

Prezzi semplificati di AIRBNB

Avete sicuramente ricevuto la mail da Airbnb sui cosiddetti “prezzi semplificati“…

Cosa sono i prezzi semplificati?
Una tariffa unica che rimuove i costi del servizio a carico dell’ospite (fino al 20%) dal prezzo indicato sul portale Airbnb.

Che scelta avete come struttura ricettiva?
Potete scegliere tra 2 tipi di commissioni:
– Tariffa condivisa (split-fee pricing), nella quale la commissione di servizio viene condivisa tra host e ospiti (3% host | 20% ospiti);
– Tariffa semplificata (simplified pricing), nella quale l’intera commissione di servizio viene coperta dall’host (15% host | 0% ospiti).

Perché attivare i prezzi semplificati?
– Airbnb sostiene che avrete un aumento medio (osservato da Airbnb in Europa ma potrebbe variare a secondo dell’host) del 17% delle prenotazioni;
– Airbnb tende a promuovere annunci che implementano modifiche vantaggiose (prezzi semplificati) per la loro attività;
– La tariffa è allineata a quelle di altre OTA;
– La vostra proprietà sembrerà più attraente perché gli ospiti non dovranno più pagare i costi di servizio.

E’ davvero necessario?
Se siete connessi tramite channel, sarete obbligati a passare alla nuova struttura di commissione del 15%. Altrimenti potete scegliere fra le due opzioni.

E se non mi adeguo?
– Airbnb potrebbe applicare una modifica all’algoritmo di ricerca per avvantaggiare le strutture con i prezzi semplificati. Gli host con la tariffa condivisa potrebbero quindi venire penalizzati.

Qualche consiglio?
Se volete continuare a ricavare gli stessi importi che ricavavate prima con il modello “condiviso”, potreste aumentare i prezzi in modo da allineare Airbnb ai prezzi delle altre OTA (sicuramente li tenevate prima un po’ più bassi…).

Maggiori informazioni

Prezzi semplificati di AIRBNB

Airbnb si sta preparando a lanciare una novità tariffaria…

Riportiamo l’articolo integro preso da Digital Marketing Extra Algerghiero:

Novità Airbnb: dal 4 giugno 2019 commissioni host al 14% (ma 0 per i guest)

Airbnb si sta preparando a lanciare una novità tariffaria che potrebbe rendere più complessa la gestione delle tariffe online: secondo quanto riporta Skift dal 4 giugno 2019 i nuovi property manager e hotel che si collegano dall’Asia (escluso il Giappone), dall’Europa e dall’Africa tramite channel manager avranno un piano tariffario unico mentre i property manager che sono già sulla piattaforma potranno scegliere tra due piani tariffari: quello classico che prevede commissioni dal 3 al 5% con addebito all’ospite di una parte delle fee oppure un modello più simile a quello di Booking ed Expedia che prevede una commissione del 14% per l’host ma nessuna spesa aggiuntiva per il guest.

Nell’ottica di una sempre maggiore competizione con le OTA e di una sempre più ampia apertura agli hotel sulla piattaforma la mossa era prevedibile ma è complesso ora capire cosa succederà, sia nella competizione all’interno di Airbnb che in quella tra piattaforme diverse. Vediamo di seguito i pro e i contro di entrambe le scelte, ma prima chiariamo cosa si intende per property manager: in sintesi si tratta di chi gestisce gli alloggi in maniera professionale e si collega ad Airbnb tramite un software, non ha importanza il numero di alloggi gestiti, nè la forma imprenditoriale della propria attività.

Modello Airbnb Classico (fee per host e guest)

Secondo le prime indiscrezioni gli account già presenti su Airbnb, se sono connessi tramite un software di prenotazione (un channel manager), potranno passare al nuovo modello tariffario oppure restare con le proprie fee che variano dal 3 al 5% a seconda dei termini di cancellazione. Chi resta con il vecchio sistema (perché ha scelto così o perché non vuole usare un channel manager) si troverà però a competere con nuovi account che non fanno pagare cosi aggiuntivi all’ospite e che danno dall’inizio un prezzo tutto incluso. Chi ricerca un alloggio continuerà a visualizzare il prezzo finale del suo soggiorno ma andando nel dettaglio troverà degli appartamenti che costeranno meno ma che hanno delle fee aggiuntive e degli appartamenti più costosi a notte ma senza fee. Come spiego anche in “Digital Marketing Extra Alberghiero” è probabile che a parità di prezzo finale il cliente associ alla camera che costa di più una maggiore qualità percepita e sia più propenso a prenotarla. Per questo a mio parere è importante cercare di includere già nel prezzo della camera altri costi aggiuntivi spesso addebitati a parte come le spese di pulizia. Da considerare inoltre che nella maggior parte dei casi la somma di commissioni host e commissioni guest è superiore al 14% per cui a parità di prezzo con il vecchio modello l’host incassa di meno per cui anche se apparentemente si potrebbero avere prezzi più bassi questo non vale lato consumatore.

Modello Airbnb OTA (da giugno 2019)

Con il nuovo sistema Airbnb abbraccia il modello di business delle OTA come Booking ed Expedia che non addebitano nulla all’ospite ma pretendono una commissione molto alta dal proprietario. Airbnb si posiziona a un livello leggermente più basso (14% mentre Booking parte dal 15%): evidente il tentativo di attirare gli hotel con commissioni minori. Chi ha invece una proprietà extra alberghiera sarà avvantaggiato se usa più piattaforme: con il nuovo modello sarà più semplice confrontare le offerte pubblicate su diversi portali e mantenere la parità tariffaria. Chi sta solo su Airbnb avrà comunque il vantaggio di incassare di più a parità di prezzo e per questo potrebbe essere portato ad abbassarli ulteriormente per guadagnare visibilità e prenotazioni.

https://www.airbnb.it/users/service_fee

Scenari futuri

Il nuovo modello di business di Airbnb invoglierà più hotel a mettere piede sulla piattaforma e più host e property manager a professionalizzarsi e a usare un channel manager. Per questo motivo la competizione aumenterà. Chi resterà affezionato al modello classico o deciderà di non professionalizzarsi rischierà di non essere competitivo e di dare alla piattaforma molto più di quello che riceve. Per questo motivo il destino di Airbnb sembra segnato e spiace dover ammettere che con questa mossa rischia di diventare una OTA come tutte le altre.

Airbnb e transparenza: ultimatum dalla Commissione Europea

La Repubblica riporta il 16 di luglio che la multinazionale americana Airbnb è stato chiesto dalla Commissione Europea di adeguarsi alle norme europee e di mostrare sul proprio sito il prezzo complessivo che il cliente deve pagare.

Leggete l’articolo completo qui:

http://www.repubblica.it/economia/2018/07/16/news/prezzi_opachi_e_abusi_airbnb_ultimatum_dall_europa_sul_rispetto_dei_consumatori-201913459/

Brevemente:

  1. Modificare il modo in cui presenta le informazioni sui prezzi a seguito di una ricerca iniziale sul proprio sito web, al fine di garantire che, quando è offerto un immobile al consumatore sia fornito il prezzo totale, comprese tutte le tasse e le tariffe obbligatorie applicabili, come servizio e pulizia, o, quando non è possibile calcolare il prezzo finale in anticipo, sia comunicato in modo chiaro al consumatore che potrebbero applicarsi altri oneri addizionali;
  2. Indicare chiaramente se l’offerta è fatta da un privato o un professionista, poiché cambiano le norme relative alla protezione dei consumatori.

Quando invece si parla di “condizioni di utilizzo”, si chiede che:

  1. Airbnb non deve indurre i consumatori ad adire un giudice di un paese diverso da quello del loro Stato membro di residenza;
  2. Airbnb non può decidere unilateralmente e senza motivazione quali clausole restano in vigore in caso di risoluzione del contratto;
  3. Airbnb non può privare i consumatori dei loro diritti fondamentali a citare un giudizio un soggetto che dà ospitalità in caso di danno personale o altri danni;
  4. Airbnb non può modificare unilateralmente le clausole e le condizioni, senza informare chiaramente i consumatori in anticipo e senza dar loro la possibilità di rescindere il contratto;
  5. Le clausole di utilizzo non possono conferire a Airbnb un potere illimitato e discrezionale di rimozione dei contenuti;
  6. La denuncia o la sospensione di un contratto da parte di Airbnb deve essere spiegata ai consumatori, disciplinata da regole chiare e non deve privare il consumatore del diritto ad un congruo indennizzo o del diritto di presentare ricorso;
  7. La politica di Airbnb in materia di materia di restituzioni e rimborsi, e la raccolta delle richieste di risarcimento devono essere chiaramente definite e non devono privare i consumatori dei loro diritti di avvalersi dei mezzi di ricorso disponibili.